IL MISTERO DELLA TERRA

CHE SI RICAVA DAI RIFIUTI ORGANICI




la sceneggiatura
dell'episodio

un'avventura, una scoperta


NEI LABORATORI

Il nostro personaggio, Bia de Compostabilis, si trova all’esterno degli edifici che ospitano i laboratori NOVAMONT, a Novara.


NOVAMONT

All’esterno, sull’edificio, la scritta Novamont. All’interno, uno dei laboratori scientifici della Novamont, la società che ha inventato il MATER‑BI e che lo produce a Terni.

I GRANULI

Bia sta nuotando allegramente in un contenitore pieno di granuli. Su un tavolo da laboratorio alcuni degli oggetti frutto della trasformazione in bioplastica: bicchieri, piatti, coppette per gelati, shopper, posate... Alcuni tecnici in camice bianco sono intenti al lavoro.

LA LETTERA

Bia, che adesso si trova al centro di uno dei laboratori, è intenta a leggere una lettera estratta dalla busta che le è appena stata consegnata. "Gli studenti di una scuola mi chiedono di accompagnarli a visitare uno stabilimento di COMPOSTAGGIO
(Il processo industriale per trasformare le raccolte dell’umido in TERRA)!"


Inizia l'avventura


Bia esce nel cortile interno della grande azienda e, avvicinandosi ad un autocarro pronto all’uscita, s’infila sul carico, nascondendosi quasi completamente. L’autocarro si ferma in città, ai bordi di una piazza. Bia scende e raggiunge lo scuolabus che è sul punto di partire per portare gli studenti di una scuola media a visitare uno stabilimento di compostaggio. Alcuni ragazzi, che non sono ancora saliti sul mezzo, la stavano aspettando e la accolgono con larghi sorrisi. Con loro c’è anche uno dei professori.

La comitiva arriva all'impianto di compostaggio. I ragazzi e il professore, accompagnati da Bia, passano in mezzo a alti cumuli di terriccio, marrone e nero, stipati sotto il tetto di enormi capannoni privi di pareti. Il gruppo si guarda intorno con occhi sgranati per la sorpresa.




Sembra un mostro, ma...


I componenti del gruppo si sono fermati a ridosso di un'enorme e complesso macchinario in movimento. Un camion sta scaricando sacchetti di rifiuto umido nell'immensa bocca dentata dello strano macchinario che, da un lato, mescola i materiali organici (compresi gli sfalci e le ramaglie di potatura) e, dall’altro, separa la plastica (i sacchetti ad esempio) dagli scarti dei rifiuti umidi. I ragazzi osservano il tutto con interesse. Bia e alcuni di loro si sono avvicinati ad uno degli alti cumuli di materiale in attesa di essere trasformato. Dal mucchio spuntano molti oggetti in MATER-BI che stanno per essere trattati insieme con gli scarti di cibo, gli sfalci e le potature. Gli oggetti sono “animati”. Si tratta di piatti, bicchieri, sacchetti, coppette per il gelato, retine per l’orto-frutta, imballaggi per carta igienica e fazzoletti, posate ecc., e sono tutti un po’ sporchi, laceri ed ammaccati.




Gli amici ritrovati


Bia saluta ed abbraccia con entusiasmo alcuni dei suoi amici in MATER-BI, sotto gli occhi pieni di stupore degli studenti. Bia, colta da un pensiero improvviso, comincia ad allarmarsi. Anche alcuni degli studenti si mostrano spaventati da quello che sta per accadere.

Gli oggetti in MATER-BI, anche se un po’ ammaccati e stropicciati, però, restano sorridenti e tranquilli. Piatti, bicchieri e posate in bioplastica si raggruppano felici di fronte a Bia ed agli studenti, sempre più stupefatti.

Gli amici di Bia spariscono dentro un altro grande macchinario, in una sorta di “frullino” orizzontale dalla cui base spunta un nastro trasportatore diretto al cuore dell’impianto, dove avvengono i processi di trasformazione.

Tutti gli studenti osservano la scena da dietro una grande vetrata che li protegge dagli odori, dai getti d’acqua e dal vapore che si sprigiona dai cumuli alti circa un metro, allineati uno vicino all’altro.

I getti d’acqua provengono dall’alto, spruzzati ad intervalli. Bia, usando una grande foglia come ombrello, per proteggersi dall’acqua che viene spruzzata, appare completamente a suo agio. Mentre si aggira nell’aria umida e calda del capannone, osserva e guarda attentamente ogni particolare.

Si vedono tubi che immettono acqua nebulizzata ed altri che aspirano aria. Un trattore dotato di uno strumento particolare rivolta i cumuli fumanti per aumentarne l’aerazione e lo sviluppo dei microrganismi. Al di sopra dei cumuli di materiali organici tritati a pezzetti, si forma una foschia.




I camici bianchi


Bia ha portato gli studenti in un locale attrezzato a laboratorio di analisi. Indica un tecnico in camice bianco che sta manovrando un grande microscopio. Un monitor a parete collegato al potente microscopio rimanda gli ingrandimenti di alcuni BATTERI nel loro mondo. Sono personaggi dall’aria simpatica (rotondi, a serpentelli, a bastoncini) con occhi, braccia e gambe… Due dei “batteri” al centro della scena guardano verso l’alto e sembra che si stiano rivolgendo proprio a chi li sta osservando.




Alla scoperta dei batteri


I batteri stanno dicendo qualcosa e si aiutano gesticolando freneticamente.
Intorno a loro si vedono aggirarsi altri batteri, intenti ognuno a differenti attività “lavorative”. I batteri si raccontano: “il nostro lavoro è quello di scomporre i materiali in molecole sempre più piccole! Zuccheri, acidi grassi, lignina e cellulosa, grazie a noi, diventano anidride carbonica, acqua e calore!”. Mentre i due batteri continuano la loro spiegazione, sul fianco dell’inquadratura è apparso un orologio che con il suo tic-tac dà l’idea del trascorrere del tempo. I due batteri indicano altri elementi della trasformazione e cioè i filamenti dei funghi, le muffe.

Uno dei due guarda verso l’alto e agita la mano in segno di saluto a coloro che li stanno osservando. “Ed ecco gli ultimi protagonisti della trasformazione: i filamenti dei funghi, le muffe! Ciao, amici! Anche noi ad un certo punto scompariamo e diventiamo terra!”.




Il ritorno a casa


Bia e tutti gli studenti escono dallo stabilimento, diretti al loro autobus. Due studenti parlano tra loro impressionati per tutto quello che hanno visto. Bia, che li sta ascoltando, sorride divertita. I ragazzi stanno cominciando a salire sull’autobus. Bia tiene da una parte una pila di sacchetti verdi per la raccolta dell’organico, e dall’altra una pila di sacchetti pieni di compost. Li consegna a ciascuno studente prima che salga sull’automezzo. Tutti i ragazzi appaiono allegri e pieni di entusiasmo e hanno in mano questi materiali. “Grazie, Bia! Con questi sacchetti non solo raccoglieremo l’organico/umido…” “...ma faremo attenzione a raccogliere insieme anche gli oggetti in BIOPLASTICA, che si trasformano anch’essi in terra!” L’autobus si sta allontanando lungo la strada. Dal suo interno giungono le voci di alcuni studenti. Bia agita la mano per salutare i lettori di questo episodio. “Possiamo deporre i semi nel compost…e farli germogliare sul balcone di casa e a scuola!” Arrivederci al prossimo episodio, amici!