IL MISTERO DELLA TERRA

CHE SI RICAVA DAI RIFIUTI ORGANICI



Il lavoro dei microrganismi


IL COMPOST è il frutto del “lavoro” di molte famiglie di MICRORGANISMI e macrorganismi protagonisti della trasformazione, anzitutto batteri, funghi, muffe.

La trasformazione della sostanza organica avviene attraverso un processo microbico di decomposizione biologica aerobica. Numerose reazioni biologiche e biochimiche sono provocate da distinte specie batteriche e fungine, attinomiceti, in presenza di protozoi. Questi microrganismi, in parte mesofili e in parte termofili, sono i veri artefici del processo di compostaggio. Vi sono anche altri macrorganismi che intervengono. Ad esempio, negli stadi finali del processo, quando ormai la temperatura del substrato tende a stabilizzarsi rispetto a quella dell’ambiente circostante, si diffondono anche i protozoi, elminti, acari e insetti, che vivono a spese della matrice organica e delle cellule microbiche.


I microrganismi coinvolti


    I maggiori raggruppamenti di microrganismi che partecipano al processo di compostaggio sono:
    i batteri e i funghi, predominanti gli actinomiceti e gli eumiceti e alcuni macrorganismi.
    Questi ultimi comprendono le muffe (funghi filamentosi o semplicemente funghi) e i lieviti, i quali però rivestono di solito un ruolo secondario nella stabilizzazione della sostanza organica.

    La degradazione della lignina è ristretta a un gruppo microbico limitato: i funghi superiori (basidiomiceti).

    Generalmente, i microrganismi si distribuiscono in modo differente all’interno del cumulo: i batteri si riscontrano per tutto il cumulo, i funghi e gli attinomiceti, invece, si rilevano preferibilmente nello strato tra i 5-15 cm dalla superficie.
  1. I BATTERI sono di taglie e forme diverse (spesso filamentosi) e sono sempre presenti nella massa dei rifiuti organici dall'inizio del processo. Restano attivi durante tutto il compostaggio e in particolare alle alte temperature. Una loro rapidissima moltiplicazione anche in tipi di specie differenti permette l'utilizzazione di tutti i residui organici. Accanto a noi vi sono quindi batteri buoni (sfatando il luogo comune che i batteri siano sempre cattivi), che ci aiutano a fare un “lavoro” che l’uomo da solo non saprebbe fare.
  2. I FUNGHI agiscono soprattutto sulle materie che resistono ai batteri. Hanno dunque un ruolo fondamentale. I funghi non sopportano temperature superiori ai 50°C; ciò spiega perché li si trova in particolare nella zona periferica del compost e sono i soli a poter lavorare in un compost più secco, dove gli altri organismi abbandonano la partita.
  3. Gli ACTINOMICETI O ATTINOMICETI sono un tipo di batteri filamentosi, agiscono più tardivamente rispetto agli altri batteri e ai funghi e si moltiplicano meno rapidamente. Gli actinomiceti sono attivi nell'ultimo stadio del compostaggio. Sono specializzati nell'attaccarsi alle strutture più resistenti come la cellulosa, le emicellulose e la lignina (costituenti del legno).
  4. Anche ALGHE, VIRUS e PROTOZOI si trovano nel compost a fianco degli altri micro-organismi (batteri, funghi, actinomiceti).
  5. I MACRORGANISMI sono INSETTI e VERMI, che compaiono in alcune fasi e su alcune superfici del compost.

UMIDITÀ, AERAZIONE, NUTRIENTI, TEMPERATURA, PH, TEMPO

Sono alcuni dei principali FATTORI o PARAMETRI (da tenere sotto controllo nel corso del suo svolgimento) che influenzano il processo biologico del COMPOST.

Negli impianti di compostaggio i parametri vengono controllati con sistemi automatici, che mettono in moto meccanismi di rettifica degli stessi, e nel contempo accelerano il naturale processo di trasformazione biologica, mentre nei composter domestici (nell’orto o campo o giardino) il controllo e l’aggiustamento dei parametri è lasciato alla normale buona pratica quotidiana della famiglia (di chi si occupa del lavoro), meglio se supportata da un corso preventivo di formazione e da un centro di consulenza attivo e disponibile, al servizio dei cittadini.


Composizione della massa

la massa da trasformare in compost è formata essenzialmente da solidi, acqua e gas, con interscambi continui tra le frazioni, e i rapporti tra queste componenti sono estremamente importanti sia per l’andamento del processo sia per la qualità del prodotto finale

Le proprietà fisiche e strutturali dei materiali di partenza

condizionano il processo di compostaggio attraverso l’influenza esercitata sull’aerazione. Queste proprietà possono essere facilitate mediante la triturazione dei materiali di partenza e la loro miscelazione: risultati soddisfacenti si ottengono normalmente quando il diametro medio delle particelle della matrice sottoposta a compostaggio oscilla tra 0,5 e 5 cm

Presenza di ossigeno e aerazione

la presenza di ossigeno, e dunque di aria, è indispensabile perché possano avvenire le reazioni di ossidazione biologica che caratterizzano il compostaggio. Allo scopo di garantire la quantità d’aria, è quasi sempre necessario utilizzare un sistema di aerazione forzata (aspirazione o insufflazione), in genere abbinato a un sistema meccanico di rivoltamento dei cumuli

Umidità

deve essere tale da garantire condizioni ottimali di vita dei microrganismi. I valori ottimali sono quelli compresi tra il 40-65%. Per cui si immette acqua nebulizzata

Temperatura

la decomposizione microbica durante il compostaggio rilascia una grande quantità di energia sotto forma di calore. Nella fase iniziale e più attiva, i valori della temperatura si collocano intorno a 50-60°C
Quando la temperatura nella massa supera i 55-60°C, si opera una forte selezione tra i microrganismi presenti. Il limite largamente fissato per la disattivazione dei patogeni umani è di 55°C. Questa temperatura è in grado di abbattere anche la maggior parte degli organismi fitopatogeni, mentre per i semi delle erbe infestanti sono necessarie temperature non inferiori ai 60°C.

Presenza di nutrienti e equilibri nutrizionali

la maggior parte delle matrici organiche destinabili al compostaggio contengono ampiamente i principali nutrienti quali carbonio, azoto, fosforo, potassio, richiesti dai microrganismi coinvolti nel processo di compostaggio. È soprattutto la quantità di carbonio e azoto del substrato che ne può influenzare la stabilizzazione mediante il compostaggio

Rapporto carbonio/azoto

nei tessuti degli organismi viventi, il carbonio risulta preponderante rispetto all’azoto, ma il rapporto può variare considerevolmente tra materiali di origine animale e vegetale. Negli scarti vegetali il rapporto è quasi sempre superiore. Gli scarti vegetali con più elevato tenore di azoto sono gli sfalci d’erba, molti degli avanzi di cucina, le parti verdi in genere di cespugli e alberi

pH

sebbene il processo di compostaggio sia possibile con residui aventi pH estremamente variabili, i valori ottimali di questo parametro per il materiale di partenza si aggirano intorno a 5,5-8,0. I batteri infatti preferiscono un pH vicino alla neutralità, mentre i funghi si sviluppano meglio in ambiente acido