l'isola dei tesori

la quarta avventura di Bia, a fumetti



RIFIUTI

NON DISPERDERLI


Non lasciare materiali in natura!

(anche se biodegradabili…)


plastica in mare
STOP alla plastica in mare

Per affrontare il problema della plastica galleggiante e spiaggiata è necessaria una rete di cooperazione fra differenti soggetti.
Ci vuole chi la raccoglie, chi sostiene i costi per la raccolta, chi la smaltisce…
Ci vogliono, collocati nei posti giusti, cassonetti per tutte le raccolte differenziate, con attenzione ulteriore ad aumentare la raccolta dell’organico.

borracce vs bottiglie PET
Come prevenirla?

Oltre alla cura (rimuovere i rifiuti), la prevenzione: ridurre gli imballaggi ricorrendo alle borracce al posto delle bottiglie di plastica, sostituire la plastica usa getta e alcuni packaging con bio plastica biodegradabile e compostabile, vietarne alcuni impieghi (sacchetti, cotton fioc, cannucce…)

arcipelago pulito
Due esempi virtuosi:

- nel Mare Mediterraneo: i pescherecci di Livorno riportano in porto la plastica raccolta in mare… con il ricavato dalla vendita dei sacchetti di bio plastica;
- negli oceani: l’esempio di crowdfunding dei braccialetti di 4OCEAN (l’acquisto di un braccialetto – 20$ - permette di raccogliere 0,45 kg di rifiuti).



Più leggi contengono divieti e indicazioni
per ridurre la dispersione nelle acque
di prodotti monouso di plastica tradizionale.

STOP ALLA PLASTICA MONOUSO


La produzione e il consumo di alcuni prodotti "usa e getta"/monouso, che costituiscono il 70% dei rifiuti marini, sono regolamentati da una serire di direttive europee, alcune già recepite nel nostro paese, altre da recepire.

Le direttive europee già adottate dall’Italia:
dal 2011, sono stati banditi i sacchetti di plastica per la spesa, in parte sostituiti dai sacchetti di bioplastica;
da gennaio 2018 è entrata in vigore la legge sui sacchetti di bioplastica per l’orto frutta, da applicare oggi con severi controlli;

Le direttive europee che l'Italia dovrà adottare:
dal gennaio 2020, saranno banditi i prodotti cosmetici e detergenti contenenti micro plastiche;
entro il 2021, gli Stati Membri dovranno adottare la DIRETTIVA (UE) 2019/904 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente;
dal 2025 e in date successive, le bottiglie di PET delle acque minerali e delle bevande, dovranno contenere sempre maggiori percentuali di plastica riciclata.



scopri il fumetto

NON LASCIARE
MATERIALI IN NATURA!

(ANCHE SE BIODEGRADABILI…)

A prescindere dalla biodegradabilità, il rilascio incontrollato in natura di qualsiasi materiale non deve avvenire. Anche il fine vita dei prodotti biodegradabili e compostabili come le bioplastiche deve essere quello per cui sono stati progettati: il trattamento industriale della raccolta differenziata dell’umido, per ottenere il compost, strumento importante per contribuire a risolvere il problema del degrado dei suoli, sempre più poveri di carbonio e, quindi, sempre più infertili.

Se però, come purtroppo accade con gli imballaggi di qualunque materiale, il sacchetto in MATER-BI non viene recuperato ma abbandonato in natura, cosa succede?

Rispondono a questa domanda tre studi:


BIODEGRADABILITÀ
IN AMBIENTE MARINO
(Laboratori Novamont)

Il MATER-BI esposto a microorganismi marini si comporta in modo simile, per livello e tempistiche, ai materiali cellulosici, raggiungendo, in un periodo di test inferiore ad un anno, alti livelli di biodegradazione. La velocità di biodegradazione aumenta al diminuire delle dimensioni delle particelle: il MATER-BI non rilascia microplastiche persistenti, perché completamente biodegradabili nel giro di 20/30 giorni, come richiesto dalle linee guida dell'OCSE.

DISGREGAZIONE
IN AMBIENTE MARINO
(Hydra)

Il tempo necessario per una completa sparizione dei sacchetti frutta/verdura in MATER-BI si aggira da meno di quattro mesi a poco più di un anno, a seconda della natura dei fondali presi in considerazione e delle loro caratteristiche chimico-fisiche e biologiche (test effettuati su sedimenti sabbiosi in acqua marina, prelevati da differenti zone costali dell'isola d’Elba).

ECOTOSSICITÀ
IN AMBIENTE MARINO
(Università degli Studi di Siena).

I Biotest condotti dal Dipartimento di Scienze Fisiche della Terra e dell’Ambiente, per valutare l’ecotossicità su tre specie modello di organismi (alghe unicellulari, ricci di mare e la spigole) esposti a estratti di sedimenti marini inoculati con MATER-BI, hanno dimostrato l’assenza di effetti tossici. I sedimenti sono stati testati dopo 6 mesi, quando erano visibili chiari segni di degradazione del MATER-BI e dopo 12 mesi, quando i campioni inoculati erano completamente scomparsi.