il tempo delle fragole

la nuova avventura di Bia, a fumetti



gli orti


Fare l'orto è un modo per apprezzare la terra.
Chi ha la fortuna di vivere in campagna, o in una casa con un po’ di terreno da adibire a coltivazione di ortaggi o frutta, entra immediatamente in contatto con l'idea che il cibo che consumiamo derivi da precisi processi naturali che si sviluppano sul suolo.
Ricaviamo il nostro cibo grazie proprio a ciò che calpestiamo e che spesso trattiamo male, riempendolo di rifiuti non organici, di materiali non biodegradabili.
E chi vice in città? Per un cittadino è più difficile capire da dove proviene ciò di cui ci nutriamo, vedere crescere, in terra umida, germogli dai semi, frutti dalle piante...



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l'orto urbano


Si possono ricavare piccoli o grandi orti anche in città (a scuola, sul terrazzo, sui davanzali...) per capire il semplice e costante miracolo della natura. Far crescere piantine di basilico, prezzemolo, pomodorini, zucche... è l’impostazione didattica di “orti in condotta”, progetto di Slow Food, finalizzato a spiegare l’origine del cibo, i piaceri e le difficoltà di coltivare la terra, l’importanza di tenere lontano il cibo dagli inquinamenti, capire il significato di “naturale”, di biologico, riconoscere le piante, trasformare ortaggi in semplici piatti, far crescere la sensibilità ecologica.


l'orto che vorrei


L'orto che vorrei è un gadget rivolto a bambini e famiglie, composto da un bicchiere di carta rivestito al proprio interno da una pellicola in Mater-Bi. E’ completamente biodegradabile e compostabile e contiene semi di pomodoro bio e una cialda di torba. Per sperimentare direttamente, sul proprio terrazzo o giardino, la compostabilita’ e creare un piccolo orto.



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IL LABORATORIO:
alla scoperta del suolo,
questo sconosciuto




Estrarre con l’aiuto di una vanga, dal proprio giardino o da un prato, una zolla di terra di 15 cm di lato. Una volta a casa o a scuola, collocatela centralmente su un foglio bianco da disegno. Illuminatela con una lampada alogena. Prima fotografatela sui vari lati, poi esploratela con l’aiuto di un microscopio USB: scoprirete oltre l’erba, foglie, rametti, grumi di terriccio, sabbia, piccoli resti organici… Dopo un po’ di tempo, con un pizzico di fortuna e pazienza, il calore della lampada farà uscire dalla zolla i suoi abitanti: piccoli vermi, insetti, lumachine, formiche, afidi e altro ancora… Alla fine riportate la zolla dove l’avete presa.

Nell’illustrazione: “La Grande Zolla” - Dürer - acquarello - 1503

"Prima del raccolto, l’orto era pieno di potenzialità. Mi emozionavo alla vista di un pomodoro maturo, che proclamava la sua rossezza dal profondo del verde indifferenziato -ssollevare il cappuccio di foglie cuoriformi e scoprire un mazzo di baccelli lunghi e sottili che pendevano là sotto poteva farmi trasalire. Tenere fra le braccia la sfera di un cantalupo intiepidito dal sole, o estrarre dal terreno sciolto del nonno delle lance color arancio - ecco: questi erano i piaceri più intensi, e riesco a provarli ancora oggi, nell’orto, appena attenutati dall’abitudine."

da “UNA SECONDA NATURA – educazione di un giardiniere”
di Michael Pollan – Adelphi© 2016



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